Caro Amico ti scrivo.

by Barbara Carsana
Caro Amico ti scrivo.

Così mi distraggo un po’,

e siccome sei molto lontano, di cose buone ti scriverò…

L’anno vecchio è finito ormai.

Natale è trascorso una volta sola, purtroppo non tre.

Però, se Dalla non fosse stato così anticonformista, non ci ricorderemmo mai che qualcosa ancora  va.

Sarà l’imperante cinismo, saranno i tempi accidiosi e biliari, sarà anche che le cattive notizie, oramai, non fanno più così notizia perché il peggio in Italia lo si può e-leggere e sentire a governo del quotidiano.

Sarà anche tempo sprecato, ma questa manciata di ore che ci separano dal 2019 meritano un po’ di luce suppletiva su ciò che, troppo spesso, rimane nascosto in penombra: le buone notizie.

Le notizie perbene sono quelle che al banco dell’informazione vendono poco, che si tirano fuori a ferragosto quando non c’è altro da commentare e aleggia imperante l’horror vacui da pagina bianca.

A forza di essere abituati sin da bambini ad andare a dormire sotto la minaccia dell’uomo nero, quasi più nessuno corre a letto ammaliato dalla promessa di immergersi in una notte di bei sogni.

La paura fa più share e ci condiziona di più: tutti a letto di corsa, senza fiatare.

I sogni, proverbialmente, stanno chiusi nel cassetto, inamidati accanto alle camicie da completo grigio.  Figuriamoci se possano diventare un habitus mentale di un bel colore a cui ispirarsi tutti i giorni.

Eppure il 2018 qualche nota non stonata l’ha portata in regalo dandoci almeno un paio di buone notizie per sperare in un mondo meno stronzo.

Si tratta di non  dimenticarne l’armonia sulla soglia del nuovo anno, perché si spera che si ripeta di nuovo e chi ben spera, si sa, ben pensa e ben agisce.

Quello trascorso è stato un anno  caratterizzato da accadimenti che non hanno fatto il botto come la nostra incuria nella gestione della cosa pubblica, ma che, nella loro modesta narrazione, hanno creato ponti emotivi di solidarietà umana incrollabili; eventi che meriterebbero strilloni ad ogni angolo, spazi ed echi gestiti non da quattro radical chic con i loft nei mulini a vento, ma dagli esperti ed abili comunicatori della banda giallo verde. Di costoro, infatti, tutto si può dire ma a far diventare la banda bassotti una manica  di Robin Hood al servizio del popolo, ci vuole tanta abilità.

Fosse spesa a fin di bene, sarebbe 49 milioni di volte meglio. Per tutti, anche per loro.

Sarà infine poco chic e molto radical, per una volta, fare i buonisti per davvero, ricordando le notizie positive  aggrappandosi ad esse per non annegare nel mare della cronaca violenta e arrabbiata di questo periodo. Una volta l’anno, il fegato da pa^tè per i bagordi natalizi e per la rabbia di un mondo capovolto va pur fatto riposare.

Possiamo metterci le felpe di tutte le divise che vogliamo ma la nostra visione dipende dagli occhiali che usiamo. Sul limitare del giorno, quindi, proviamo a far rilucere il tramonto e a guardarlo con lenti migliori. Ecco la rassegna delle buone notizie di quest’anno perché non tutto, in fondo,  è stato uno schifo.

Gennaio 2018.

Viene messo definitivamente al bando l’uso dei sacchetti di plastica per lasciare il posto ai sacchetti biodegradabili e compostabili, però sono a pagamento. E’ la prima grande svolta green immediatamente visibile ma non piace a tutti.

Sui social si scatena la Vandea. Pagare 1 centesimo per non portarsi a casa i caschi di banane a mano o le ciliegie dietro i lobi delle orecchie, scatena una creatività mai vista prima nel nostro già fantasioso Paese.

I commessi degli ipermercati raccontano di aver visto clienti pesare separatamente i grappoli dell’uva per etichettare, con il costo relativo, ogni singolo acino.

Al banco dei litchi in offerta qualcuno ha anche chiesto la colla, perché sulla buccia bitorzoluta l’etichetta non stava attaccata. C’è anche chi s’è portato le buste di carta da casa.

I più radicali, come gesto simbolico, invece, non sono neppure passati in cassa.

A una così grave rapina non si può che rispondere con la rappresaglia.

In questo modo i furbetti del sacchetto hanno anche risparmiato 7,20 euro di mele, pere e kiwi.

7,20  euro e due centesimi per 2 sacchetti, per l’esattezza.

In Italia i nostri “two cents” li sappiamo spendere benissimo: perché pagare qualcosa, come un sacchetto biodegradabile, conoscendone il costo, quando sino al 2017 abbiamo sempre pagato la merce maggiorata di costi nascosti senza saperlo?

Si mormora al complotto delle case produttrici dei sacchetti compostabili

Febbraio 2018.

Un vento freddo di aria gelidissima, ghiaccioli in spalla, si incammina lemme lemme  verso l’Europa dalla Siberia. Siccome non è un vento africano, nessuno dice nulla. La famosa compostezza e pacatezza italiche s’interrompono quando, in avanscoperta, scendono i primi fiocchi di neve. Metà Italia si paralizza, a Roma si scia per strada. Nessun atleta domenicale fortunatamente si infila nelle buche che, coperte dalla neve, si trasformano in mini crepacci. Solo un paio di infortuni fortunatamente non gravi.

Disagi a parte, da Jesolo ad Aiaccio, dalle Marche alla Toscana, le televisioni e i social media si riempiono di immagini incantate: pupazzi di neve in spiaggia, onde che lambiscono spiagge bianche. Febbraio ci lascia senza dubbio immagini bellissime ed insolite e, nella comunicazione odierna, non è affatto una modalità narrativa scontata.

Marzo 2018.

Iniziano le Paraolimpiadi invernali. Para di cosa? Sono atleti con disabilità, i migliori di ogni paese che si sfidano nelle discipline sportive olimpioniche. Sono Olimpiadi di categoria. Avete mai provato a impugnare una racchetta seduti su di una sedia a rotelle? A trascinarvi a braccia tese sul terreno con i piedi appoggiati ad un peso che vi impedisce di avere qualsiasi aiuto dalla vita in giù? A nuotare con un braccio legato? Tutto questo richiede fisicità, abilità e tecnica. Occorre essere sportivi. Provare per credere.

Il primo oro è per la coppia Giacomo Bertagnolli e Fabrizio Casal. Giacomo è ipovedente dalla nascita. Sci. Discesa. Libera. A tutto gas, senza vedere il percorso e fidandosi dell’amico Fabrizio e delle sue indicazioni.

S U P E R E R O I. Spiderman scansati.

Aprile 2018.

Si riuniscono gli ABBA.  Vista la strage fatta nel mondo musicale nel 2017, che siano ancora vivi, è già di per sé una buona notizia.

Maggio 2018.

A Bergamo 10.000 persone invadono la città per il Gay Pride. Attivisti, famiglie, la comunità LGBTQI scendono in piazza; un fiume colorato e festoso invade la città.

Ci sono proprio tutti: anche gli scout e gli avvocati del Comitato Pari Opportunità del Foro di Bergamo.

Il più letto giornale locale, L’Eco di Bergamo, il giorno successivo non dà alcuna notizia dell’accaduto.

Non un trafiletto, due righe in penultima pagina, una colonna nella seguitissima rubrica dei morti.

Niente.

La buona notizia è che, quindi, il primo Pride a Bergamo, ha ammutolito i bigotti e, con l’ assordante silenzio dedicato alla manifestazione, ha fatto molto più parlare di sé.

Le persone dovrebbero distinguersi per grandezza d’animo, non essere distinti per orientamento o identità di genere.

L’unico a distinguersi, nel mese di maggio, è stato il giornale locale.

10000 persone sono un successo di cui essere so pride!

Giugno 2018.

Il Gip di Palermo archivia l’indagine sulle ONG Golfo Azzurro e Sea Watch escludendo legami tra le due organizzazioni e i trafficanti libici di esseri umani ed altresì riconoscendo che le associazioni umanitarie non hanno commesso il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 “Non si ravvisano elementi concreti che portano a ritenere alcuna connessione tra i soggetti intervenuti nel corso delle operazioni di salvataggio a bordo delle navi delle Ong e i trafficanti operanti sul territorio libico. – scrive la Procura nel chiedere l’archiviazione del procedimento – Le indagini svolte, invero, non hanno permesso di appurare la commissione di condotte penalmente rilevanti da parte del personale Ong mentre non si è riusciti ad identificare i soggetti operanti in Libia cui ascrivere le condotte di smuggling”.

Iniziano ad essere smontate le gravi accuse che gettando discredito non solo su quelle presenti in mare, ma su tutte le ONG che si occupano di portare aiuto nei paesi di provenienza dei migranti.

Nell’ agosto successivo cadono definitivamente le accuse.

Le indagini partite da Trapani, Catania, Ragusa e Palermo sono archiviate o in via di archiviazione.

Luglio 2018.

Corriere della Sera, trafiletto minuscolo, letto dopo averne scoperto dell’esistenza tramite un post pomeridiano di Michela Murgia.

La Corte d’appello di Cagliari ha riconosciuto a un bambino la condizione di “fill’e anima” di due madri.

Non si tratta di una coppia lesbica né di due sorelle: sono semplicemente amiche che il destino ha fatto incontrare e crescere insieme un bambino.

La madre biologica è senegalese, la mamma di cuore è sarda. Il bambino ha 11 anni e ama entrambe come due madri e così le chiama: madri.

Il post della Murgia è la cornice più bella della storia:

“Ricordo una storia così nella Bibbia, ma al contrario. Due donne andarono da Salomone con un neonato che entrambe rivendicavano proprio, affinché il re decidesse chi tra loro era la vera madre. Re Salomone, nella sua saggezza, disse che lo avrebbe diviso in due parti uguali e in quel modo scaltro capì che la madre era la donna che, pur di lasciarlo vivo e intero, preferiva tirarsi indietro dalla contesa.

Le due madri di Cagliari sono state più sagge di re Salomone: sono andate davanti a un giudice per dimostrare che l’amore i figli non li divide, li moltiplica”.

E’ proprio così: l’amore è l’unico prezioso che non si perde donandolo.

Chi fa ironia sui moduli di iscrizione scolastica ha ben poco da ridere di fronte a tanta bellezza.

Due mamme non fanno un papà, come irride qualche associazionucola retrò, fanno molto di più: fanno famiglia.

Agosto 2018.

Luci accese a Venezia, Sala Darsena, 1500 persone, tutte in piedi, applaudono con commossa intensità.

In prima fila, Ilaria Cucchi, piangente, abbracciata da Alessandro Borghi, oscura lo schermo in cui scorrono i titoli di coda del film “ Sulla mia pelle”.

Esce in Italia la prima visione sul caso di Stefano Cucchi.

Il film divide la politica e la giurisprudenza ma non l’opinione pubblica.

La storia apre uno squarcio su di un accaduto possibile per ciascuno di noi. Scivola via il velo dai meccanismi kafkiani dell’istituzione carceraria. A processo ancora in corso, si mette sotto osservazione il sistema penitenziario svelandone criticità e problematiche. Il carcere non è mai stato così aperto come in quelle immagini.

L’agosto di quest’anno non porta solo riflessione, ma anche turbamento.

Profondo.

Settembre 2018.

Mentre l’italico popolo, cullato panciolle tra le onde del nostro bel mare, rientra dalle ferie, rimane ancora pervicacemente persuaso che la sanità italiana sia la peggiore al mondo.

L’immaginario collettivo abbonda di ammalati abbandonati in corsia, supplichevoli di cure con la mano tesa verso indifferenti chirurghi al soldo di Big Pharma.

Invece,  il sistema sanitario nazionale,  per efficienza della spesa, si piazza in quarta posizione.

Al mondo.

Tiè.

Ogni anno, la multinazionale dei media Bloomberg mette in relazione la spesa sanitaria con l’aspettativa di vita dei cittadini di ogni Paese. Quest’anno, il nostro, ha risalito due posizioni rispetto all’anno passato.

Eravamo sesti. Già di per sé una posizione incredibile, verrebbe da dire. Al quinto posto retrocede la Corea del Sud (che ha, ahi ahi, perso una posizione), seguita da Israele, Giappone, Australia, Taiwan e Emirati Arabi.

Gli Stati Uniti sono al 54° posto. Il sogno americano non è poi così in salute, il nostro invece sì.

Loro hanno solo serie TV, onestamente  molto più accattivanti delle nostre.

Ma con quelle passi il tempo, non il raffreddore. Da noi dura meno.

Ottobre 2018.

L’Italia annuncia la propria adesione al PPCA Past Powering Coal Alliance, un’ organizzazione internazionale che raggruppa paesi, governi e imprese che si occupano di implementare strategie e investimenti per il superamento del carbone fossile come fonte di energia. C’è da ben sperare che, nel tempo, l’unico carbone utile sarà quello che i radical chic mettono nella pasta della pizza.

E’ cosa nota: i grandi cambiamenti, per lievitare bene, richiedono il tempo giusto.

La nostra adesione è una buona notizia; visti gli appelli degli scienziati, però, io mi darei una mossa.

I carboni potrebbero diventare come il prossimo clima della terra: ardente.

Novembre 2018.

La vita è preziosa, soprattutto se fragile. Che genere d’amore può proteggerla?

A suggerircelo è Luca Trapanese, padre single che, dopo la separazione dal compagno ha continuato la procedura di adozione di Alba, bimba difficile da collocare perché affetta dalla sindrome di down.

Adesso c’è in giro una nuova famiglia da far venire gli incubi a Fontana, ma di che genere siano i suoi problemi poco ci importa, l’unico stereotipo vincente qui è quello del famoso brocardo: Amor omnia vincit.

E’ una storia toccante e meravigliosa. Amare nonostante una separazione e un dolore. Questa è una di quelle notizie da portarsi addosso negli anni, come un amuleto prezioso.

Dicembre 2018.

In questo ultimo mese, lo confesso, non ho trovato una buona notizia che mi piacesse particolarmente, per cui termino con un invito.  Provate a cercarla voi la vostra buona notizia e aggiungetela in calce all’articolo, offrendola in dono a chiunque voglia leggerla.

Poi tenetevela stretta per il 2019, se la condividerete con gli altri sarà ancora più vostra, perché si ricorderanno anche di chi l’ha loro regalata.

Insediatevi quindi fieramente nel 2019 con lo stesso spirito di Kennedy e, sbocciando il magnum di spumante, ripetete a gran voce:

non chiedetevi cosa possono fare le buone notizie per voi, ma cosa voi potete fare per le buone notizie”.

Io vi lascio al nuovo anno con un’ultima considerazione.

Per far la Nutella si usa ancora l’Olio di Palma, non l’Olio di Ricino.

Cerchiamo di non limitarci a demonizzare chi la mangia o a gettarvi fango sopra, altrimenti inizieranno a raccontarci che per la tutela dell’ambiente e per la nostra salute dovranno, per forza, usare l’olio di  ricino.

Prendiamo la Nutella e riappropriamocene infilandoci le dita dentro con ogni buon sentimento possibile.

La Nutella, così come la politica, è cosa di tutti.

Anche ciò che accade è affare di tutti, è il modo migliore per leggere buone notizie, è generare buoni accadimenti.

Tanti auguri, buone cose a tutti voi.

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